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Sfilate

L’estetica femminista di Maria Grazia Chiuri per Dior

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Mentre ero a Parigi ad ottobre per la settimana della moda parigina, avevo letto da qualche parte un commento che liquidava la nuova collezione di Maria Grazia Chiuri per Dior come una collezione fatta di magliette con scritte e logo a vista che niente aveva a che fare con la storia di Dior.

Non avevo avuto modo di vedere la collezione in quei giorni, ma quando su Instagram ho intravisto alcune foto della sfilata, ho dato il giusto valore al commento che avevo letto: il commento di chi non capisce nulla di medium, messaggio ed estetica.

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Perché per quanto mi riguarda, dopo aver seguito anche in questi mesi il lavoro che sta facendo la Maison Dior anche a livello di celebrieties, – scegliendo di vestire anche un personaggio forte e fuori dai canoni estetici classici come Bebe Vio – ho capito che quella che ha portato Maria Grazia Chiuri da Dior è una estetica totalmente nuova, forte, di impatto.

E che va ben oltre il concetto estetico di vestire, oltre la definizione canonica di moda e di tendenza. E’ l’estetica femminista, che trova la sua più semplice e immediata espressione nella t-shirt “We should all be feminists” che sarà in vendita nelle boutique da febbraio e che non vedo l’ora di comprare.

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Io sono veramente felice del messaggio che lancia questa collezione, perché in questo caso il mezzo (i vestiti) sono il messaggio stesso: come dice anche Maria Grazia Chiuri all’interno del magazine Dior

Voglio prestare attenzione al mondo e fare moda raccontando le donne di oggi, accompagnandole nelle loro trasformazioni. Nel superamento di quelle categorie stereotipiche: maschio/femmina, giovane/vecchio, ragione/sentimento, che nella realtà, invece, sono aspetti complementari.

Questo messaggio si traduce nella scelta di una uniforme, quella delle schermitrici, che diviene leitmotiv della collezione e che accompagna la donna verso la modernità.

In concreto, parlando di vestiti, si esprime in scarpe con tacco a rocchetto, colori basici come il bianco, il nero, il rosso a cui fanno da contrappunto il rosa e il grigio, il logo e le scritte che diventano leitmotiv decorativo della collezione.

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Ma è il cuore pulsante ricamato sul petto, come nelle prime divise delle donne schermitrici, a dichiarare, più di mille proclami, l’intensità e la forza di quelle emozioni di cui sono impastate tutte le donne dell’oggi.

Nella gallery trovate alcune delle uscite della collezione che personalmente se potessi comprerei quasi in blocco: dal tubino nero rivisto nella silhouette ai bustini lingerie di pelle a cui fanno da contrappunto le gonne di organza, le giacche di pelle e tessuto che sembrano quasi uscire dagli spogliatoi della scherma.

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