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Sfilate

Gucci e l’estetica della “zia Assuntina”

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Sono sicura che tutte noi in famiglia abbiamo, o abbiamo avuto, una “zia Assuntina“. Chiamo così quelle donne che ci sono in ogni famiglia, caratterizzate da una estetica molto ricorrente: gonne sempre al ginocchio, appena sotto e mai sopra, camicette sempre ben abbottonate fino al collo, chiuse magari da una spilla o un fiocco, soprabiti in broccato, borsetta a mano da tenere rigorosamente al braccio, piegato all’altezza del punto vita per sostenerla.

gucci primavera estate 2016

Tacchi mai esagerati, comodi e en pendant con la borsa, capelli bel fissati dalla lacca, occhialoni con lenti color fumé. Quando andavi a casa della zia Assuntina le tapparelle erano sempre abbassate “per tenere il fresco“, sulla testiera del divano erano poggiati i centrini fatti a mano, e se non ti offriva un thé era una gazzosa o aranciata. Mai Coca Cola e mai un caffè shakerato.

gucci primavera estate 2016

I colori dei suoi abiti erano il verde oliva, il mostarda, il bordeaux; la zia Assuntina di solito era zitella, o al massimo vedova, e mai particolarmente bella. Ma molto attenta alle buone maniere e al rispetto delle regole. Era perfetta nella sua immagine, seppure a volte dissonante rispetto al resto del mondo: mentre tutto corre, la zia Assuntina resta immutabile nel suo cappottino avvitato appena sotto il ginocchio  e con i revers ampi.

gucci primavera estate 2016 gucci primavera estate 2016 _a2x0610_jpg_4545_north_1382x_black gucci primavera estate 2016

Tutto questo è quello che mi ha rievocato la sfilata di Gucci per la primavera/estate 2016; un concentrato di reminiscenze anni settanta, di rassicuranti “zie assuntine” in chiave 2016. E di rassicurante c’è anche il fatto che gli abiti che abbiamo visto sfilare sembrano poter essere indossati anche da donne normali, magari anche bruttine, non necessariamente giovani e bellissime. Una apologia della normalità e uno sforzo creativo geniale perché ci fa (mi fa) desiderare e apprezzare uno stile spesso snobbato. E gli accostamenti di colori, di stampe, di fantasie, apparentemente dissonanti, creano un’armonia di forme e colori inedita.

Innovativa, proprio perché dissonante e in grado di indicare una via, una nuova estetica (che già abbiamo visto anticipata con la collezione autunno/inverno 2015) ripresa poi alla grande da tutti. Un lavoro e una reintepretazione di uno stile che davvero non fa rimpiangere nessuno prima di Alessandro Michele.

gucci primavera estate 2016 gucci primavera estate 2016 gucci primavera estate 2016 gucci primavera estate 2016Foto Vogue FR

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