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Condé Nast USA chiude il blogger network Nowmanifest mentre Glamour in Italia…

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Mentre scorrevo la mia homepage su Facebook in queste frenetiche giornate, sono sinceramente rimasta colpita da una news condivisa da Business Of Fashion, che racconta di come Condé Nast US abbia deciso di chiudere il blogger network racchiuso sotto il cappello di Nowmanifest.

Nowmanifest nasce come un circuito esclusivo di blogger famosi a livello mondiale, che hanno concesso a Condé Nast l’esclusiva per la vendita degli spazi pubblicitari sui loro blog (lo stesso meccanismo che ho abbiamo su Impulse: banner in esclusiva a una concessionaria ma massima libertà editoriale e di contenuto). Tanto per fare qualche nome, in questo “blogger network” erano inseriti blog come Bryan Boy, Rumi Neely, Susy Lau che hanno rappresentato, e rappresentano tutt’ora, alcuni dei più famosi fashion blog a livello internazionale.

Ci vogliamo concentrare sull’espansione del nostro sito leader del settore, Style.com” riportano da un portavoce di Style.com su BoF.

Ora ciascuno di loro gestirà autonomamente anche gli spazi pubblicitari sul blog, cosa su cui credo non avranno alcuna difficoltà. Quello che invece mi chiedo è quale sia la strategia digitale che sta dietro questo cambio di rotta in Condé Nast e che può essere utile per “intuire” cosa potrà succedere su questo versante anche nel vecchio continente (quindi tra qualche anno in Italia).

In Italia la prima testata moda a realizzare un blogger network basato su una severa selezione di blogger è stato Grazia.it, che a febbraio 2012 ha lanciato i suoi IT blog scegliendo tra quelli che reputava i migliori, o più interessanti, nel panorama fashion e beauty in Italia e di cui faccio parte fin dall’inizio.

Blogger network che chiude negli USA, blogger network che apre in Italia. In questi giorni Glamour Italia ha messo online la nuova release del suo sito e creato una sezione “aperta” a presenze online, coinvolte come “beauty reporter“. E qui alla base del progetto sembra esserci tutt’altro che una selezione, ma una totale – e, secondo molti, esagerata – apertura; stando a quanto ho letto sui social la cosa avrebbe creato non pochi malumori e critiche, proprio per il numero eccessivo di persone coinvolte.

Perché, se aprire a punti di vista diversi e nuovi è sempre -a mio avviso- una strategia vincente, aprire in modo apparentemente indiscriminato può addirittura produrre l’effetto contrario.

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