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Maternity

Essere mamma e blogger: cosa ho imparato dalle blogger americane

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Quando ho scoperto di aspettare Lavinia Giulia, mi sono spesso domandata quale futuro potesse avere il mio lavoro di blogger e digital entrepreneur: perché è inutile nascondercelo, ma se già il mondo del lavoro per una donna incinta (o mamma) è complicato, è ancora più complicato quando lavori con la tua immagine e questa cambia improvvisamente.

Per non parlare poi del fatto che il mondo della moda è spesso così autoreferenziale per certi versi che sembra vedere e parlare solo alle ragazze giovani e a quelle belle, senza minimamente tenere in considerazione la realtà e la diversità, che è fatta di donne meno giovani, meno belle, non proprio perfette, donne incinta, donne magre, alte, basse e tutte le variazioni che la specie umana comporta e porta con sé.

Quando ero incinta, dicevo, ho cominciato a sentirmi trasparente per il mondo in cui ho sempre lavorato; come se il fatto di diventare mamma togliesse qualcosa ad una giovane donna come me una giovane donna della mia età, fino a quel momento ritenuta autonoma, indipendente e di successo.

Alcuni hanno avuto il coraggio di dirmelo, che il diventare mamma non mi rendeva più così interessante per i marchi con cui lavoravano, per il loro target (?) per la loro immagine. Sono rimasta scioccata, lo ammetto, ma ho anche pensato “Che poveretti (e miopi)”.

Per molti mesi il telefono non ha suonato, oppure ho lavorato con chi ha capito che quello è un momento della vita di una donna, molto naturale, e che, seppure possano cambiare interessi e tempi, quella che sei rimane. Ho fatto io molta selezione, e naturalmente sono cambiata. Non ho mollato perché mi sono concentrata su quello che so fare: creare contenuti.

Ho anche cercato esempi positivi oltreoceano di blogger mamme e devo ammettere che seguire alcune fashion blogger mamme o in procinto di diventare mamme mi ha aiutata a riflettere sul mio essere un personaggio esposto con la sua immagine e mamma: ma io sono sempre io, e anche attraverso la mia immagine e il mio lavoro voglio dimostrare che essere mamma non mi toglie nulla. Anzi.

Paradossalmente ho cominciato a farmi fare le foto da una fotografa quando ero incinta, mentre prima ero sempre stata piuttosto schiva di fronte all’obiettivo: voglio mostrare ogni giorno, anche con il mio piccolo esempio, che con tutte le gioie e difficoltà dell’essere mamme, si continua comunque a essere donne. A lavorare. A piacere, a piacersi.

E che essere mamma non significa starsene –solamente in casa con la tutona di pile e i capelli arruffati, ma che si può essere mamme lavoratrici interessanti e attive.

Devo ammettere che vedere come le fashion blogger mamme oltreoceano vivano anche come immagine il loro essere mamme come un valore aggiunto e non di certo un limite come nel nostro Paese a me è servito. Può sembrare frivolo, ma è così, e mi ha aiutata a vedere con occhi diversi anche quei mesi di lavoro stentato.

Diventare mamma e capire che certa gente no, non ce la può fare a pensare che una mamma possa essere anche altro, mi ha dato una sicurezza che prima non avevo, mi ha aiutata a superare stereotipi e preconcetti, fatte salve tutte le difficoltà dell’essere mamma e conciliare carriera e vita famigliare.

Stare con mia figlia non mi impedisce di amare quello che amavo prima, di emozionarmi di fronte ad un paio di scarpe o entusiasmarmi per un mazzo di fiori, esattamente come facevo prima.

Mi ha resa semplicemente diversa, ma non mi ha tolto nulla, anzi ha aggiunto. Consapevolezza, maturità, attenzione e una enorme capacità di selezione.

Diventare mamma mi ha imposto un’organizzazione sul lavoro molto rigorosa; mi ha insegnato anche a essere molto più flessibile, a ritagliarmi degli spazi fissi per il lavoro e a sfruttare al massimo le tecnologie e quello che queste offrono, in termini di risparmio di tempo e connettività.

Proprio sul tema dello smart working trovi la mia intervista su Facile.it dove parlo di lavoro, maternità e multitasking

Ma, praticamente, come mi sono organizzata nel lavoro?

Questa è una domanda che molte mamme (o future mamme) che mi seguono mi hanno fatto soprattutto appena nata Lavinia Giulia. Io e Christian abbiamo lavorato molto, moltissimo prima della nascita di nostra figlia, per riuscire a crearci entrambi dei lavori “a misura di famiglia”; questo ha fatto sì che organizzandoci Lavinia Giulia sia sempre insieme ad almeno uno di noi e quando io pianifico una trasferta lo faccio in base ad un calendario quadrimestrale che io e lui condividiamo, perché se lui non è a casa io preferisco rinunciare al lavoro o cercare di pianificarlo quando so che lui è a casa.

Potendo stare noi con nostra figlia abbiamo scelto di seguirla personalmente in tutto e per tutto e di non delegare la sua cura ed educazione in modo da goderci i suoi primi anni di vita, dal momento che veramente volano (e adesso che ha compiuto un anno lo posso confermare)! Questa è la situazione ottimale per noi perché ci siamo costruiti dei lavori che in qualche modo permettono una certa (anche faticosa, per carità) conciliazione tra vita e lavoro ma su questo ho visto che basta semplicemente ribaltare la prospettiva su come si guardano le cose.

Chi come noi lavora in proprio può scegliere se invece di delegare il tempo con i figli ad altri può delegare una parte del lavoro e noi abbiamo fatto così: invece di trovare qualcuno che stesse con lei, abbiamo cercato nuovi collaboratori. Abbiamo cambiato la prospettiva sul problema della gestione del tempo, e abbiamo deciso di tenere per noi la parte migliore del nostro tempo, quello con nostra figlia.

Per cui come prima cosa ci siamo dotati di calendari stampati da mettere in studio e di pennarelli colorati: rosso per gli appuntamenti di Lavinia Giulia, rosa per i miei e blu per i suoi. In questo modo abbiamo sempre una panoramica su eventuali trasferte e sia io che lui in caso di appuntamenti fuori città abbiamo una panoramica visuale immediata di dove sia l’altro.

La seconda cosa fondamentale, dal momento che entrambi lavoriamo in proprio è una connessione veloce e un provider di servizi Internet con un buon servizio clienti; per questo è utile confrontare le tariffe adsl su comparatori come Facile.it.  Noi utilizziamo la fibra di Fastweb e a parte qualche problema di connessione nell’ultimo periodo soprattutto la domenica sono anni che siamo clienti e ci troviamo bene. Lavorando online entrambi abbiamo bisogno di connessioni veloci e da quando viviamo insieme siamo clienti Fastweb: abbiamo provato diverse opzioni nel corso degli anni ma per dove viviamo noi è effettivamente il servizio migliore.

Un’altra cosa fondamentale per me è uno studio in casa che sia completamente separato dal resto della casa: in questo modo quando lavoro chiudo la porta ed è come se fossi fuori casa e viceversa. Basta pc sul divano, computer sparsi per casa, basta al lavoro sul tavolo da pranzo: impormi uno spazio anche fisicamente separato dal resto della casa mi ha permesso di razionalizzare molto il tempo e di sfruttare le mie ore lavoro molto meglio.

Infine, anche se può sembrare strano, ho imparato a sfruttare al meglio lo smartphone, a usare strumenti e cloud di condivisione come Dropbox in modo da poter avere accesso a tutto quello che mi serve in qualsiasi momento.

Dopo anni come cliente Samsung sapete che sono tornata ad usare iPhone, ma devo ammettere che non trovo questa enorme differenza tra i device, se non per il fatto che usando Mac sia da fisso che da portatile mi trovo meglio per il passaggio dei file. Ultimamente sto testando come smartphone il nuovo LG G6 e devo dire che di questo smartphone sono sinceramente impressionata dalla fotocamera che fa foto strepitose.

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