Che differenza c’è tra abito e vestito?
Abito e vestito sono due termini che spesso usiamo come sinonimi. Nel linguaggio parlato comune ormai, abito e vestito si sono sovrapposti nel loro significato, ad indicare il capo di abbigliamento femminile che in unico pezzo tiene unita una gonna e una parte superiore.
Ma non sempre è così!
Se, per quanto riguarda l’abbigliamento femminile, abito e vestito possono essere usate come sinonimi, o come generici sostantivi, questo cambia leggermente quando parliamo di abbigliamento maschile o quando cambia il contesto in cui si usano i due termini.
Scopriamo quindi insieme che differenza c’è tra abito e vestito!
Abito
Vediamo qual è la definizione di “abito” che dà il vocabolario Treccani
Sinon. generico di veste, vestito, soprattutto con riguardo alle sue caratteristiche, al modo di vestire: a. da uomo, da donna; a. da lavoro; a. da inverno, da mezza stagione; a. da pomeriggio, da sera, da gran sera, da cerimonia (in questo senso, anche assol.: occorre l’a. nero; ci vuole l’a. scuro per l’occasione?); a. militare, civile; farsi un a. nuovo; tagliare, cucire un a., riferito al sarto; un taglio (o uno stacco) d’abito, la stoffa occorrente per farlo.
(Vocabolario Treccani, 2023)
Vestito
Quanto serve a vestire, cioè a coprire la persona, limitatamente ai capi di vestiario esterni, che s’indossano sopra la biancheria, ed esclusi cappotto, soprabito, impermeabile o mantello; sinon. quindi in genere di abito, che però ha tono un po’ più elevato o comunque meno fam., e inoltre ha alcuni usi proprî: un v. completo da uomo (formato di giacca e calzoni, eventualmente gilè), da donna (intero, o gonna e giacca, ecc.); un v. di cotone, di lana; v. leggero, pesante; v. da inverno, da estate, da mezza stagione; v. da festa, da lavoro; il v. buono, per la festa o per passeggio; il v. di casa o per casa, un v. da strapazzo, ecc. (ma si direbbe abito da sera, da pomeriggio, da cerimonia, ecc., piuttosto che vestito); un v. chiaro, scuro, grigio, marrone; un v. comodo, largo, stretto; un v. logoro, tutto rattoppato; acquistare un v. (già confezionato); ordinare, farsi fare o farsi cucire un v. (dal sarto, su misura); lavare, riordinare, stirare il vestito.
Quando parliamo di un capo di abbigliamento femminile composto da un un unico pezzo (come nella foto sopra) si possono usare i due termini come sinonimi.
Quando invece si indica il completo maschile composto da giacca, pantaloni ed eventualmente gilet la definizione più corretta sarebbe “abito“; stessa cosa quando parliamo di abbigliamento elegante, o del vestiario formale da donna a due pezzi: in questo caso è più corretto utilizzare il termine “abito”.
Ma la differenza più importante sta nel contesto e uso: “vestito” ha un tono più famigliare e colloquiale, mentre “abito” ha un tono più elevato.
Infatti, seppur usati per indicare tipologie di abbigliamento simili, vengono usati per distinguere capi di abbigliamento simili ma adatte a contesti diversi.
Ecco dunque gli usi più corretti:
- Vestito da donna (un pezzo intero o completo giacca e gonna)
- Vestito di cotone/lino/lana (di materiali comuni)
- Vestito da casa
- Vestito da tutti i giorni/informale/casual
e invece:
- Abito da uomo (completo giacca, pantaloni, eventualmente anche gilet)
- Abito da sera (abito viene utilizzato per abbigliamento più ricercato ed elegante)
- Abito per un matrimonio
- Abito di seta/velluto/chiffon (di materiali più preziosi)
- Abito da sposa
- Abito talare
- Abito scuro (= abito elegante per occasioni importanti/gala)
Seppure le sfumature di significato possano essere usate in contesti leggermente diversi, non è sbagliato (tranne in alcuni casi) utilizzare i due termini come sinonimi.